L'Ecce Homo |
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All'interno della Chiesa Parrocchiale: Mezzo busto ligneo attribuito a Giovanni Francesco Pintorno detto Frate Umile da Petralia ( 1600- 1639 ) Ha una notevole somiglianza con quello venerato a Longi ( ME ), nella Parrocchia di S. Francesco d'Assisi e dell'Ecce Homo in Palermo: presenta la particolarità di cambiare espressione a seconda dell'angolo di visuale. Pare che la firma dell'opera da parte di Frate Umile sia la spina che trapassa il sopracciglio sinistro.
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All'esterno della Chiesa Parrocchiale: Mezzo busto in cartapesta di Ignoto autore del XIX secolo L'originario accesso alla Chiesa Parrocchiale era posto nel vicolo di S. Antonio, ubicato di fronte al vicolo degli Schioppettieri e si entrava da un portone con strada coperta, alla cui parete occidentale erano affissi due medaglioni di marmo bianco, raffiguranti l'uno la Vergine Annunziata e l'altro l'Arcangelo Gabriele, con la scultura dell'Eterno Padre, smembrati dalla Cona gaginesca. Nel muro accanto alla Chiesa, sul lato sinistro, era posto il mezzo busto ligneo di Frate Umile da Petralia. |
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Il 9 novembre 1733 il
Senato Palermitano dichiarò l'Ecce Homo Patrono ordinario della Città. Nel 1884, in occasione dell'apertura del 1° tratto della via Roma ( tra il Corso Vittorio Emanuele e Piazza S. Domenico ) fu chiuso l'accesso alla Chiesa Parrocchiale dalla parte del Cassaro e fu costruita la scalinata d'accesso. Nell'angolo occidentale fu realizzata una edicola marmorea, sovrastata da cupolino in ferro con la corona di spine e tre chiodi e vi fu posto il mezzo busto dell'Ecce Homo, realizzato in cartapesta da Ignoto autore.Il 5 marzo 1902 il Cardinale Michelangelo Celesia concesse giorni 100 d'Indulgenza per la recita del Gloria Patri davanti all'Immagine. |
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Il Prof.Rosario la Duca, ritiene
essere questo l'Ecce Homo posto in venerazione nella Parrocchia di S.
Margherita alla Conceria e quì traslato dopo il risanamento di quel
quartiere, avvenuto dal 1929 al 1932. Alla base della cappelletta marmorea è la scritta: “CRISTO DIO RE DEI RE VI RICONOSCO E VI AMO”, riscoperta nel 1998 ; poiché occultata da una lastra di marmo apposta con l’avvento della Repubblica. Fino agli anni ’60 sotto l’Immagine erano alcuni piccoli candelabri per le torce (come si evince da antiche immaginette), che causarono l’incendio della nicchia e la loro rimozione. A cura della “massara” ( morta nel giugno 1998 ) fin dagli anni ’40 era curata l’accensione e lo spegnimento delle torce in cera, che pur essendo suggestive erano causa di lordura, affumicamento, incendio, per cui furono abolite dal Parroco La Mantia negli anni ’70, lasciando i lumini in cera, che presentano però gli stessi inconvenienti ed installando il candelabro “elettrico”. |
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La Celebrazione Liturgica Era segnata nel Calendario Liturgico al Venerdì dopo le Ceneri come " Festa della S. Corona di spine ". Il
culto liturgico della Corona di spine ebbe inizio in Francia, quando il
re San Luigi IX vi fece trasferire nel 1241 la sacra corona da
Costantinopoli. |
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La Festa Negli Anni ' 50 veniva celebrata nel mese di Giugno, con la Messa Solenne, l'intervento di musicisti e una breve Processione Eucaristica, che si concludeva davanti all'Edicola dell'Ecce Homo. Il Parroco La Mantia nel 1966 spostò la celebrazione al 1 luglio, Festa del Preziosissimo Sangue di Gesù, esponendo il mezzo busto ligneo all'altare maggiore, per circa 15 anni. Non fu più celebrata per 20 anni. Il Parroco Mons. Rosario Mario Renna ha voluto ripristinarla nel 2004, stabilendo come data l'ultima Domenica del mese di ottobre, dedicata , prima della Riforma Liturgica, alla Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo. |
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Preghiera |